mercoledì 25 febbraio 2009

Il consiglio del giorno

Oggi consiglio Baricco.

Non avevo mai letto niente di quest' uomo (anche se sono un'estimatrice del film la leggenda del pianista sull'oceano tratto da Novecento, suo racconto).

Sabato ero in caccia di libri e non trovando il romanzo di Pennac che stavo cercando, ho girovagato e tra le mie mani ho trovato Castelli di Rabbia...perchè non prenderlo!!!
(Poi ho comprato un libro chiamato figli di Matusalemme...qualcuno sa qualcosa su questo romanzo dal titolo biblico?).

Beh, è stato un viaggio!!! Sinceramante la trama mi è un pò sfuggita, infatti ogni tanto vagavo tra le pagine inebetita, ma ci sono passaggi che provocano veramente grandi emozioni, almeno dentro di me.
Quando leggo questi libri così fuori dalla normalità mi esalto, e nello stesso tempo divento triste: non riuscirò mai a scrivere un libro decente! E un'altra cosa...ho sempre pensato di essere una persona con una fantasia più che galoppante, ma questa gente è sinceramente fuori portata!!! Altro che viaggi ad occhi aperti, questi corrono su dei binari a noi poveri mortali, totalmente sconosciuti. Come un pò Palahniuk, un altro personaggio da massimo rispetto. E il mitico insuperabile Gabriel Garcia Marquez di Cent'anni di solitudine. Oh Dio, inizio ad avere bisogno di rileggere quel libro, necessito linfa vitale...e necessito estraniazione momentanea dalla vita giornaliera.
Cosa sarebbe il mondo senza la fantasia? Senza film? Senza libri??? I suicidi triplicherebbero e nessuno farebbe più figli. nessuna fantasia, nessuna speranza, nessun futuro.

lunedì 23 febbraio 2009

Nella terra di Øllebrød

E' infine giunto il momento di narrare le avventure di quattro impavide giovini (Agnese,Elisa, Elisa,Valeria) che senza indugio esplorarono le fredde terre del Nord.

Ci recammo, nel lontano gennaio 2009, in quella parte di mondo chiamata terra di mezzo, nell'antica città di CompraUnporto, che alcuni, meschini e sornioni, chiamano Copenhagen. Tutto cominciò dal porto di Malpensa, nell'antico regno Italico: con le nostre armature, partimmo non sapendo cosa ci aspettasse: eravamo spaventate da terribili racconti di raminghi e creature diaboliche, nani e mezz'uomini, tali erano i vaneggiamenti di un uomo reso folle dalla sua stessa esperienza. Cercammo di tener traccia con una raffigurazione di questo importante incontro.

L'arrivo in terra sconosciuta fu alquanto sorprendente: eravamo altresì giunte nel regno degli Elfi: alti biondi e con lunghe orecchie argentate, così si presentarono a noi gli abitanti. E sentimmo la magica parola, da cui tutto comincia e in cui tutto termina: Øllebrød.

Così rinfrancate dall'amorevole fredezza degli scandinavi abitanti, prendemmo una diligenza che ci accompagnò nel centro della città: il gelo, furbo nemico, non si mostrò subito a noi, donandoci la gioiosa illusione di miti albe e confortanti crepuscoli.

Partimmo in esplorazione, e le scoperte furono più d'una, e purtroppo colei che vi racconta le avventure fu presa da leggiadro amor, e cadde in fallo alla vista di un uomo, tramutato in pietra, perchè in epoche passate tradì il popolo dalle lunghe orecchie. Ma le compagne fidate non lasciarono che l'incantesimo mi colpisse. Ma le sfide erano appena cominciate: ognuna di noi fu colta da strana euforia e sardoniche risate. Le nostre urla di lucida follia rieccheggiarono nelle calate di CompraUnPorto, svelando la nostra presenza al nemico, che ormai era pronto a sferrare il suo più letale attacco: il congelamento iniziò presto e tutte fummo spaventate, e realizzammo infine di essere cadute nell'astuta trappola di Gelo, che trascinandoci per le strade ci aveva reso insensibili e prossime alla morte.



Ma fummo prontamente salvate da una locanda, dove caratteristici personaggi allietarono la nostra nottata con danze e musica.




La notte portò consiglio e la giornata seguente uscimmo pronte per combattere con la fierezza nello sguardo il gelido rivale. Chiedemmo aiuto ad un abitante del posto, il gentile Principe Svande, che incontrandoci ci mostrò le efficaci tecniche per resistere contro gli efferati metodi dell'arcigno gelo.


Durante la nostra esplorazione ci spingemmo lungo le pendici più impervie della roccaforte danese e ci trovammo ad inchinarci davanti alla regina di quella Terra: da anni vigilava la costa in attesa del suo Re. Si narra che un turpe nemico cercò di decapitarla, ma Ella resistette mai doma nella sua postazione con le sue lunghe membra marine accovacciate sul triste scoglio.


Ci dissero infine dell'esistenza di un campo di ribelli, proprio nel mezzo della città, nel centro delle sue mura: tale Christiania si basava su principi di libero scambio e nessuna regola vigeva in quei territori. Gli abitanti erano soliti fumare una strana erba che, si dice, produca benessere e momentaneo stordimento. Ci addentrammo così all'interno di questo pianeta senza tempo, alla scoperta della Comune di Christiania: purtroppo non ci permisero di ritrarre i vecchi castelli e i solari murales. Su tutti vigiliavano canini destrieri con ghigni inquietanti.


Ci divertimmo poi in compagnia di Principe Svande nella notte, dove marinai e elfi non mancarono di mostrarci il loro coraggio di fronte a Gelo: lo sconfiggevano ogni giorno ridendo del barbaro nemico a suon di luppolo e appasionate copulazioni.






Con l'arrivo di Febbraio la nostra missione era così terminata: potrei narrare per ore le avventure che sono occorse in questa breve scoperta di una sconosciuta terra, ma la mano trema e l'occhio è stanco. Ricorderò sempre le ultime parole che sentimmo quando, con gioia per gli insegnamenti ricevuti e tristezza per la prematura dipartita, ci accingemmo ad abbandonare la mistica terra di mezzo: Øllebrød...e il sapere delle conoscenza invase le nostre anime.

sabato 14 febbraio 2009

Il prezzo dell'amore

Questo inutile giorno, simbolo del consumismo: vi prego ditemi che lo odiate!!! Va bene, è vero che io sono single e quindi potrei detestarlo anche per altri motivi, ma credo che ci siano tante coppie convinte che San Valentino sia UNA CAGATA PAZZESCA (citazione fantozziana).


Partendo dal discorso San Valentino, regali e soldi, l'altra sera ho assistito ad un documentario alquanto interessante: il prezzo dell'amore. Si parlava principalemtne del mercato dei fiori e dei diamanti.

FIORI: il mercato americano dei fiori si rifornisce principalmente mediante importazioni dalla Colombia; qui migliaia di serre e appezzamenti sono impegnati nella produzione di rose (oltre che di cocaina), e questa potrebbe essere una situazione postitva per i colombiani, purtroppo conosciuti solo come i maggiori esportatori di stupefacenti. MA non c'è rosa senza spine: infatti questi poveracci che lavorano all'interno di queste aziende non hanno nessun diritto, niente assistenza e per di più sono soggetti a pesticidi altamente nocivi, che con gli anni provocano tumori, leucemie e altre malattie, ovviamente mortali. Ma il business chiama, e soprattutto a san valentino gli americani spendono miliardi di dollari in fiori: quindi i colombiani muoiono per 30 cent di dollaro all'ora.


DIAMANTI: passiamo ad un altro commercio. Miliardi e miliardi dollari. Guerra e morte. Ecco il riassunto. Si parte dal 1991, con la guerra civile che ha sconvolto il Sierra Leone, paese ricco di miniere diamantifere. I ribelli del RUF una bella mattina decidono di impossessarsi delle zone con un alto tasso di diamanti del sottosuolo (la loro scusante era liberare il popolo da un governo corrotto) e rovesciare il governo; così entrano nella capitale Freetown e sparano a qualsiasi cosa si muova. Questa guerra ha causato 200000 vittime tra i civili, i bambini venivano utilizzati come soldati e migliaia di persone sono stata schiavizzate per la redditizia attività di estrazione dei diamanti, nella regione di Kono. Ovviamente il commercio di diamanti durante la guerra civile era vietato, ma le ragazze occidentali desideravano ancora un anello luccicante al dito, e i magnati delle pietre preziose hanno trovato il modo per continuare a smerciare diamanti provenienti dal sierra leone, i cosidetti bloody diamonds: venivano spacciati come diamanti liberiani (potente vicino che supportava il ruf). Dopo 8 anni di guerra civile, la situazione non è di certo migliorata per i poveracci che lavorano setacciano i letti di un fiume alla ricerca di un diamante, sfruttati e sottopagati. (vi consiglio la visione del film Bloody Diamond)





L'amore però non c'entra, quindi per un minuto voglio credere nei sentimenti e abbandonare il cinismo: chi di voi non vorrebbe un bacio del genere???



Baiser de l'Hôtel de Ville, 1950 Robert Doisneau

mercoledì 11 febbraio 2009

Elucubrazioni

Il mio umore è spesso soggetto a cambiamenti repentini, angoscianti momenti di disperazione si alternano ad euforia improvvisata e per nulla motivata.
Oggi, dopo una giornata di lavoro tranquilla e una veloce seduta dall'estetista, sono tornata a casa mi sono rilassata e ho sciaguratamente deciso di ammorbarmi la mente e di sotterrare l'umore leggendo alcune poesie di Emily Dickinson: una donna che credeva di più nella fantasia che nella realtà, e ha passato la vita rinchiusa nella sua cameretta partorendo poesie, ossessionandosi con storie d'amore mai vissute e impaurendosi per la Morte.

Sfogliando e leggendo ho trovato alcuni stralci che mi ha nno fatto pensare, eccovene uno:

"Non avessi mai visto il sole avrei sopportato l'ombra ma la luce ha aggiunto al mio deserto una desolazione inaudita."

Da qui una riflessione ovvia: finchè rimaniamo nel nostro guscio, la nostra vita sembra sopportabile e a tratti quasi brillante, ma quando apriamo gli occhi e viviamo esperienze edificanti, tornare alla realtà quotidiana è difficile e tutto sembra più triste e grigio. Pensiamo ad un esempio banale...quando si torna dalle vacanze, la gente è depressa e l'angoscia attanaglia i nostri primi giorni di normalità.

Però a questo punto citerei un'altra poetessa di fama internazionale: mia madre. Nella sua infinta saggezza mi ha regalato un libro inserendo una dedica in prima pagina:

"Apprezza quello che hai e fanne tesoro"

E domani è un altro giorno.

lunedì 9 febbraio 2009

I numeri uno nelle verdure

Gb: cavolfiore inglese spodestato dai broccoli italiani


(ANSA) - LONDRA, 9 FEB - Prima i lavoratori, ora le verdure: l'Italia continua a spopolare nel Regno Unito: i broccoli nostrani spodestano il cavolfiore inglese.I britannici voltano le spalle al cavolfiore, indispensabile nel 'sunday roast', il tradizionale arrosto domenicale, e al pallido 'cauliflower' indigeno che, con carote e patate, e' presente in moltissimi piatti della tradizione britannica, preferiscono i broccoli italiani. Il Times annuncia una campagna per il ritorno alla verdura di identita' britannica.

...a me piace di più il cavolfiore, è un problema?

domenica 8 febbraio 2009

...che matrimonio!

Mi sono praticamente impossessata del blog...nessuno posta, quindi io continuo ad aggiungere interventi, anche se sono dubbiosa: qualcuno leggerà o guarderà quello che posto? Beh, sinceramente non sono interessata alla cosa, sono in un momento altamente comunicativo!

Guardatevi questo video...Fantastico

sabato 7 febbraio 2009

On the road

Un consiglio...leggetelo, perchè credo che tutti, almeno una volta nella vita, vorrebbero fuggire alla ricerca di qualcosa che non esiste.


"Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh! "


"Because the only people for me are the mad ones, the ones who are mad to live, mad to talk, mad to be saved, desirous of everything at the same time, the ones who never yawn or say a commonplace thing, but burn, burn, burn like fabulous yellow roman candles exploding like spiders across the stars and in the middle you see the blue centerlight pop and everybody goes Awww!"


"On the road" un romanzo di Jack Kerouac (1957)